La finalità di questa guida è quella di analizzare brevemente la struttura di una compagnia aviotrasportata. In particolare vedremo i ruoli che i soldati potevano avere all’interno di una tipica squadra.
Indice
L’unità minima di uomini ufficialmente nominata all’interno dello U.S. Army è la Squad (squadra). Questa è composta da 12 uomini e all’interno di ognuna di queste, un militare svolge un compito ben preciso. Lo scopo di questa guida è di conoscere meglio i ruoli che i soldati potevano avere, dai doveri fino all’equipaggiamento adottato.
Ogni squadra nell’esercito era dotata di 2 Scout, ovvero due soldati che erano davanti a tutti e dovevano andare in esplorazione del terreno di combattimento in cui si trovavano per riferire successivamente allo Squad Leader eventuali pericoli. In quanto andavano in avanscoperta, era un compito poco sicuro e veniva affidato a soldati di basso rango. Per il resto, gli Scout erano dei normali fucilieri.
Come detto nella guida “Gradi”, a capo della squadra vi era uno S/Sgt.. Il compito dello Squad Leader è di comandare la squadra al meglio per raggiungere gli obiettivi prefissati dai superiori. Lo Squad Leader deve quindi essere un buon comandante con l’abilità di fare scelte giuste in poco tempo.
Vicino allo Squad Leader si trovava spesso un soldato dotato di un’arma automatica. Nel caso della fanteria egli poteva avere un B.A.R. oppure una mitragliatrice Browning. Per quanto riguarda i paracadutisti il B.A.R. era molto scomodo durante i lanci e quindi veniva scartato in favore della Browning 1919A4 e modelli successivi. La cadenza di fuoco di queste armi era molto alta e quindi permetteva una buona copertura di fuoco. Oltre quindi all’arma diversa dagli altri fucilieri, l’Automatic Rifleman portava quasi sempre con sé una pistola per proteggersi negli scontri abbastanza ravvicinati, visto l’ingombro del B.A.R. o della Browning.
Questa figura seguiva da vicino l’Automatic Rifle e doveva aiutare quest’ultimo nel muovere l’arma automatica. Spesso infatti potevano essere muniti della Carabina M1 al posto del classico Rifle M1. Inoltre dovevano portare il treppiede della mitragliatrice e per questa ragione avevano dei cuscinetti da mettere sulle spalle.
L’altro soldato che aiutava l’Automatic Rifleman era colui che portava le munizioni supplementari per l’arma automatica. L’Ammunition Bearer era inoltre fondamentale durante gli spostamenti da un luogo all’altro per difendere l’Automatic Rifleman e il suo assistente in quanto erano impossibilitati a sparare per difendersi. L’Ammunition Bearer doveva dunque fornire fuoco di copertura ai suoi compagni.
I Rifleman erano i fucilieri della squadra e in quanto tali, non avevano particolari compiti se non quello di sparare al nemico! L’arma standard utilizzata dai Riflemen era il Rifle M1. In casi più rari potevano avere gli U.S. Rifle Cal. .30 M1903 che però erano fucili a otturatore girevole (Bolt Action). Inoltre il modello M1903 aveva clip per la ricarica da 5 colpi contro gli 8 del semiautomatico Rifle M1. Il grado tipico di un fuciliere è il Pvt., il Pfc. o il Cpl.
L’assistente allo Squad Leader, come detto nella guida “Gradi”, è un ruolo affidato a un Sgt.. Il compito dell’Assistant Squad Leader è di aiutare lo Squad Leader, pronto a sostituirlo in caso di mancanza di quest’ultimo o di guidare degli uomini in caso la squadra si divida in due gruppi. Solitamente è uno degli ultimi uomini della colonna quando la squadra si muove così che lui e lo Squad Leader abbiano il controllo su tutta la squadra.
Queste figure erano specializzate nella comunicazione radiofonica in modo che il Battalion HQ e il Company Commander fossero sempre in contatto. Erano dotati inizialmente di un “Handie-Talkie”, chiamato ufficialmente SCR-536. Questo era simile ad un telefono dalle grandi dimensioni, sebbene pesasse poco più di due chili. Tuttavia la salsedine e il clima potevano rovinare i meccanismi. In più la distanza garantita di circa 3 km si riduceva drasticamente a poco meno di un chilometro, rendendolo praticamente inutile se non a segnalare l’operatore al nemico visti i 102 cm dell’antenna. Venne così introdotta nel 1943 il modello SCR-300 che permetteva la comunicazione fino a 13 km ma pesava ben 16 kg! Inoltre aveva una durata delle batterie inferiore al modello SCR-536. La radio SCR-300 venne molto utilizzata nella campagna di Normandia. Entrambi i modelli presentavano quindi pro e contro e vennero entrambi utilizzati durante tutto l’arco della guerra. Solitamente il Radio Telephone Operator era un T/5 e usavano una carabina come arma in quanto più agile e leggera.
Gli Sharpshooter erano militari particolarmente abili nello sparare anche a lunghe distanze. Sebbene possano ricordare i moderni sniper, gli sharpshooter erano normali soldati. Tendenzialmente si trovavano nelle retrovie ed erano dotati dello U.S. Rifle Cal. .30 M1903A4 con ottica. Più raramente avevano lo U.S. Rifle Cal. .30 M1 con ottica apposita. Quest’ultima però poteva dare problemi al meccanismo di espulsione del bossolo e veniva quindi meno utilizzato.
I grenadier erano soldati comuni che svolgevano le varie mansioni dei rifleman. In più erano dotati del M7 Grenade Launcher for M1 Rifle da montare sulla canna del fucile per permettere di sparare vari tipi di granate (fumogene, a frammentazione, AT, …). Non ci sono informazioni precise su quanti ce ne fossero in una compagnia aviotrasportata, comunque almeno uno per squadra. Nella fanteria erano 6 per plotone. Stavano solitamente nelle retrovie così da poter lanciare le granate del fucile in una situazione relativamente più sicura.
Gli addetti all’uso del Bazooka vennero aggiunti ufficialmente alle compagnie aviotrasportate nel Febbraio 1944. Ogni compagnia aveva 4 uomini addestrati nell’uso di quest’arma. Il modello M1 era un pezzo unico mentre il modello M9 era composto da due parti smontabili e quindi più comodo. Prima dell’operazione Market Garden il modello più utilizzato era il modello M1 di gran lunga. C’è da tenere presente comunque che il Bazooka era un’arma per difendersi dai carri armati e non tanto uno strumento per attaccare.
I messaggeri erano dei rifleman specializzati in tutti i vari tipi di comunicazione: radio, telegrammi, crittografia e altri. Dovevano anche essere agili nel caso dovessero consegnare messaggi di persona. Facevano parte dei vari HQ all’interno della compagnia.
Questo cinturone riprende il modello M-1912 utilizzato nella Prima Guerra Mondiale. Era solitamente adoperato dai CO che spesso avevano il Thompson M1 o la Carbine M1 o addirittura solo una pistola. I paracadutisti lo trovarono molto comodo visto il copioso numero di ganci per attaccare oggetti; indispensabili per i compiti a loro affidati
Comunemente chiamata Musette Bag, questa era la borsa utilizzata dai paracadutisti. A differenza dell’Haversack, M-1928 che era chiuso esclusivamente da dei lacci, la Musette Bag era concepita come gli attuali zaini. Si attaccava agli Suspenders, Belt, M-1936 portandola come un normale zaino, mentre durante i lanci si teneva davanti.
La camicia era un indumento indispensabile nel guardaroba di ogni soldato americano. La fanteria e i paracadutisti la usavano quasi sempre in situazioni di combattimento salvo casi eccezionali. Inoltre faceva parte della divisa da libera uscita, insieme ai Trousers, Wool, Serge, OD, Light Shade e al Coat, Wool, Serge, OD, 18 Oz. o alla Jacket, Field, Wool, OD, rendendola quindi comune a tutti i reparti dello U.S. Army.
Questi pantaloni furono realizzati appositamente per i paracadutisti. Presentavano due tasche ai lati per contenere il maggior numero di oggetti che potessero servire a un soldato. Dopo i primi lanci in Italia, fu chiaro all’HQ come i pantaloni fossero fragili in alcuni punti quando usati in situazioni di intenso combattimento. Infatti a molti paracadutisti si bucarono nella zona delle ginocchia. Ad altri invece, lo shock dovuto dall’apertura del paracadute ruppe le tasche laterali. Si decise così nella primavera del 1944 di applicare dei lacci all’altezza delle cosce e delle toppe di materiale resistente sulle ginocchia e sui bordi delle tasche. Tuttavia non tutti i soldati ricevettero questa modifica sulle loro divise ed è per questo che nelle foto originali si vedono anche paracadutisti con l’uniforme normale. Nel 1943 si decise di adottare un’uniforme uguale a molti, se non a tutti i reparti dell’esercito, interrompendo così la produzione di questo indumento. La nuova uniforme tuttavia venne consegnata ai soldati dall’Agosto del 1944.
Questi pantaloni erano un indumento indispensabile nel guardaroba di ogni soldato americano. La fanteria li usava quasi sempre in situazioni di combattimento salvo casi eccezionali. I paracadutisti invece li mettevano sotto ai pantaloni da lancio certe volte. Inoltre facevano parte della divisa da libera uscita, insieme alla Shirt, Flannel, OD, Coat Style e al Coat, Wool, Serge, OD, 18 Oz. o alla Jacket, Field, Wool, OD rendendoli quindi comuni a tutti i reparti dello U.S. Army. A fine 1944 venne interroga la loro produzione.
Gli spallacci erano in dotazione a tutti gli ufficiali e ai paracadutisti. Infatti servivano a supportare il cinturone (cosa che faceva autonomamente l’Haversack, M-1928) e per attaccare la Bag, Canvas, Field, OD, M-1936 attraverso due ganci. Durante il D-Day, quasi tutti i paracadutisti misero dei panni di feltro sotto agli spallacci cosicché da alleviare il carico sulle spalle.
Ogni soldato era dotato di un kit di primo soccorso così che avesse con sé il minimo indispensabile che gli serviva in attesa di un medico. All’interno del kit era presente infatti una benda per fasciare la ferita e una busta con della sulfanilamide in polvere per accelerare la coagulazione, quest’ultima successivamente rimossa dal 1943 circa.
Queste tasche porta munizioni erano un accessorio esclusivo delle truppe d’aria. Infatti venivano cucite in modo abbastanza rudimentale all’interno degli hangar in cui si tenevano i paracadute. Ogni soldato aveva due o più di queste tasche, che contenevano 4 en-bloc clip per il Rifle M1 oppure 5 caricatori per la Carbine M1. Esistevano anche delle versioni più capienti per ospitare i caricatori da 20 o 30 colpi del Thompson M1. Si potevano portare esclusivamente se si aveva una Belt, Pistol or Revolver, M-1936.
Questa torcia fu la prima impiegata dallo U.S. Army nella Seconda Guerra Mondiale. Presentava un corpo in metallo e fu prodotta da diverse marche. Con l’avanzare del conflitto, vennero apportate alcune modifiche, specialmente nel materiale principale che dal modello TL-122B divenne la plastica.
Questo cinturone per portare le munizioni era in dotazione a tutti i soldati della fanteria e diversi paracadutisti. È molto simile al modello utilizzato nella Prima Guerra Mondiale per le clip dello U.S. Rifle Cal. .30 M1903, ma in questo caso contiene 10 en-bloc clip per il Rifle M1. Esiste anche un modello, chiamato Belt, Rifle, Mounted, M-1923 che ha uno spazio libero posizionare una. Le truppe aviotrasportate non sempre lo adottavano in quanto permetteva di attaccare soltanto 4 accessori, mentre la Belt, Pistol or Revolver, M-1936 aveva molti più buchi per attaccare accessori esterni.
La pala era un accessorio che la maggior parte dei soldati americani aveva, in cui fondamentale per scavare delle piccole buche. Durante il D-Day i soldati avevano sia questo modello, che la Shovel, Intrenching, M-1910 in modo abbastanza equo. Si riconosce dal modello precedente per la forma del manico dritto e per la possibilità di piegare la parte finale della pala. I paracadutisti in certi casi tagliavano una parte del manico cosicché desse meno fastidio durante il lancio.
La pala era un accessorio che la maggior parte dei soldati americani aveva, in cui fondamentale per scavare delle piccole buche. Durante il D-Day i soldati avevano sia questo modello, che la Shovel, Intrenching, M-1943 in modo abbastanza equo. Si riconosce dal modello successivo per la forma del manico a T. I paracadutisti in certi casi tagliavano una parte del manico cosicché desse meno fastidio durante il lancio.
Questi stivaletti vennero adottati gradualmente a partire dal 1943. Per l’operazione Overlord vennero spediti in grande quantità in Inghilterra per fornire il maggior numero di soldati, sebbene diversi fanti usarono ancora il modello precedente, chiamato Shoes, Service, Composition Sole. Quest’ultimi erano in pelle simili ai Boots, Jumper, Parachute ma più bassi. Per rendere queste calzature impermeabili venivano trattati con del grasso, come spiegato nella nostra guida “Cura degli stivali”.
Le ghette sono delle gambiere in cotone che venivano poste sopra gli stivali e i bordi dei pantaloni in modo che non entrasse alcun tipo di sporco. Richiedevano diverso tempo per indossarle ed altrettanto per rimuoverle. Nel 1943 venne progettato uno stivaletto che includeva una piccola ghetta in pelle molto più veloce e comoda.
Lo zaino tipico della fanteria americana nacque nel 1928 ed è molto simile al modello del 1910 impiegato poi nella Grande Guerra. A differenza delle attuali borse o della Bag, Canvas, Field, OD, M-1936, ha una chiusura composta da diverse cinghie che tengono il contenuto insieme, rendendolo poco pratico. Inoltre presenta degli spallacci inclusi per attaccarlo al Belt, Cartridge, Dismounted, M-1923 sebbene non tutti lo facevano. Per saperne di più su come portarlo e su cosa metterci dentro, dai un’occhiata alla nostra guida!
Questo elmetto fu progettato nel 1942 affinché venisse utilizzato dalle truppe americane (salvo da alcuni reparti). Sostituiva il modello M-1917 ideato da Brodie e che venne utilizzato dalle truppe del Commonwealth anche durante la Seconda Guerra Mondiale. L’elmetto M-1 era composto da una calotta esterna (che da fine 1944 venne leggermente modificata nel design, quindi prestate attenzione quando lo comprate!) e da un’imbottitura, detta liner. Quest’ultimo poteva essere regolato in base alla grandezza del capo e veniva spesso impiegato da solo nelle esercitazioni o nelle cerimonie. La calotta esterna era standard e nelle zone di guerra era persino usato per cuocere. L’elmetto M-1 divenne un simbolo vero e proprio dello U.S. Army tanto che venne usato fino al 1985 (e tutt’ora si impiega il liner per alcune cerimonie) Per ulteriori informazioni guarda la nostra guida “Elmetto M-1”.
Questo elmetto riprendeva direttamente il nuovo modello M-1 introdotto del 1942, al quale vennero apportate alcune modifiche per renderlo più efficace per i paracadutisti. Infatti al liner vennero attaccate due cinghie a forma di A al quale si poteva attaccare il sottogola in pelle per i lanci. Le cinghie invece della calotta esterna vennero modificate, con l’aggiunta di un bottone che permetteva così agli strappi di essere attaccato al liner (e non solo alla calotta come per i modello M-1).
Questa giacca venne disegnata nel 1941 per la fanteria. Differiva molto da quella usata nella Prima Guerra Mondiale ed era fatta in un cotone impermeabile e anti-vento. L’interno presentava un’imbottitura in lana. Presentava sia una chiusura a bottoni che una zip. La scomodità di questa giacca è che è praticamente priva di tasche e non teneva particolarmente caldo. Venne infatti sostituita da metà 1944 dalla versione M-43.
Oggigiorno chiamato con il nome del suo inventore, John Garand, dal 1940 divenne il fucile in dotazione all’esercito americano. Lo U.S. Rifle Cal. .30 M1 era molto innovativo per il suo tempo e andò a rimpiazzare lo U.S. Rifle Cal. .30 M1903. Per prima cosa aveva 8 colpi anziché 5 come il suo predecessore o il Karabiner 98 kurz dei tedeschi. Inoltre la grande novità stava nel sistema di recupero dei gas. Inserita la en-bloc clip e sparato il primo colpo, i gas prodotti dall’esplosione venivano in parte recuperati dai una seconda canna ed andavano ad azionare l’otturatore. Così facendo, il bossolo veniva espulso dal fucile e una nuova cartuccia veniva incamerata, pronta per essere sparata, il tutto in pochi decimi di secondo. Una volta finiti i colpi, l’otturatore rimaneva aperto. Gli altri due fucili sopra citati, invece, erano a ripetizione manuale: una volta sparato il primo colpo, l’otturatore doveva essere tirato indietro dal soldato per far uscire il bossolo e poi spinto avanti per incamerare una nuova cartuccia. Con questo sistema non si poteva mirare all’obiettivo in modo continuo come con lo U.S. Rifle Cal. .30 M1. La nuova arma progettata da John Garand con funzionamento semi-automatico era dunque un vantaggio per i GI.
Disegnata nel 1942, questa giacca fu pensata appositamente per i paracadutisti. Presentava quattro tasche sul petto per contenere il maggior numero di oggetti che potessero servire a un soldato. Dopo i primi lanci in Italia, fu chiaro all’HQ come la giacca fosse fragile in alcuni punti quando usati in situazioni di intenso combattimento. Infatti a molti paracadutisti si bucò nella zona dei gomiti. Si decise così nella primavera del 1944 di applicare delle toppe di materiale resistente sui gomiti e sui bordi delle tasche inferiori. Tuttavia non tutti i soldati ricevettero questa modifica sulle loro divise ed è per questo che nelle foto originali si vedono anche paracadutisti con l’uniforme normale. Nel 1943 si decise di adottare un’uniforme uguale a molti, se non a tutti i reparti dell’esercito, interrompendo così la produzione di questo indumento. La nuova uniforme tuttavia venne consegnata ai soldati dall’Agosto del 1944.
Gli stivali da lancio sono una delle cose più importanti per i paracadutisti. Queste speciali calzature erano indossate esclusivamente dai corpi d’élite dello U.S. Army. La punta rinforzata e l’altezza proteggevano maggiormente dagli infortuni da lancio. Inoltre i paracadutisti, una volta completati i 5 lanci e ottenuto il brevetto, potevano rimborsare i pantaloni all’interno degli stivali: un segno distintivo di cui tutti i paracadutisti erano fieri.