Una delle prime cose che venivano date ai soldati una volta che entravano nell’esercito erano le Dog Tags. Queste erano delle placche metalliche di piccole dimensioni che si portavano al collo e dovevano essere sempre indossate dai membri dell’esercito. Le Dog Tags contenevano diverse informazioni più o meno specifiche in base al periodo, in quanto ci furono diversi cambiamenti a queste in base all’anno in cui ci si arruolava. Venivano sempre portate in coppia così che quando un soldato moriva, una Dog Tag veniva rimossa e poi affidata a chi era in carico di informare i parenti del deceduto. L’altra veniva incastrata grazie all’apposita forma della Dog Tag tra gli incisivi del soldato morto in modo che il cadavere fosse riconoscibile.
Da Novembre 1941 a Luglio 1943 circa, le Dog Tags contenevano numerose informazioni: Nome e Cognome, ASN, Anti-tetanica, Gruppo Sanguigno, Famigliare, Indirizzo del Famigliare, Stato e Religione.
Da Luglio 1943 a Marzo 1944 circa, le Dog Tags cambiarono le generalità scritte su di esse, con l’eliminazione del nome del famigliare, il corrispettivo indirizzo e stato. Le Dog Tags di questo periodo contenevano quindi: Nome e Cognome, ASN, Anti-tetanica, Gruppo Sanguigno e Religione.
Da Marzo 1944 fino a fine guerra, ci fu un lieve cambiamento solo nella prima linea: al posto di Nome e Cognome fu messo Cognome e Nome.
Lo U.S. Army per facilitare l’identificazione dei soldati, affidava a questi un codice numerico o alfanumerico, chiamato Army Serial Number (ASN). Così facendo, non c’erano problemi tra soldati omonimi. Inoltre i militari stessi marchiavano i loro vestiti e oggetti con l’iniziale del loro cognome e le ultime 4 cifre dell’Army Serial Number (Questo codice era chiamato Laundry Number proprio perché era utile per riconoscere i propri oggetti una volta che venivano lavati).
Due soldati con un nome simile non potevano avere un ASN simile. Tutti i soldati dovevano sempre scrivere vicino al loro nome il proprio ASN finché facevano parte dell’esercito (su lettere, telegrammi, ordini, verbali, stipendi…) in quanto certi documenti venivano archiviati secondo l’ASN o gli stipendi venivano accreditati sempre secondo l’ASN.
L’Army Serial Number veniva generato secondo alcuni criteri.
Il primo numero dell’ASN fornisce varie informazioni riguardo il soldato.
Il numero successivo dell’ASN riguarda il luogo in cui il militare si è arruolato o è stato chiamato alle armi.
Volontario nello U.S. Army
National Guard
Chiamato alle armi dallo U.S. Army
Questo cinturone riprende il modello M-1912 utilizzato nella Prima Guerra Mondiale. Era solitamente adoperato dai CO che spesso avevano il Thompson M1 o la Carbine M1 o addirittura solo una pistola. I paracadutisti lo trovarono molto comodo visto il copioso numero di ganci per attaccare oggetti; indispensabili per i compiti a loro affidati
Comunemente chiamata Musette Bag, questa era la borsa utilizzata dai paracadutisti. A differenza dell’Haversack, M-1928 che era chiuso esclusivamente da dei lacci, la Musette Bag era concepita come gli attuali zaini. Si attaccava agli Suspenders, Belt, M-1936 portandola come un normale zaino, mentre durante i lanci si teneva davanti.
La camicia era un indumento indispensabile nel guardaroba di ogni soldato americano. La fanteria e i paracadutisti la usavano quasi sempre in situazioni di combattimento salvo casi eccezionali. Inoltre faceva parte della divisa da libera uscita, insieme ai Trousers, Wool, Serge, OD, Light Shade e al Coat, Wool, Serge, OD, 18 Oz. o alla Jacket, Field, Wool, OD, rendendola quindi comune a tutti i reparti dello U.S. Army.
Questi pantaloni furono realizzati appositamente per i paracadutisti. Presentavano due tasche ai lati per contenere il maggior numero di oggetti che potessero servire a un soldato. Dopo i primi lanci in Italia, fu chiaro all’HQ come i pantaloni fossero fragili in alcuni punti quando usati in situazioni di intenso combattimento. Infatti a molti paracadutisti si bucarono nella zona delle ginocchia. Ad altri invece, lo shock dovuto dall’apertura del paracadute ruppe le tasche laterali. Si decise così nella primavera del 1944 di applicare dei lacci all’altezza delle cosce e delle toppe di materiale resistente sulle ginocchia e sui bordi delle tasche. Tuttavia non tutti i soldati ricevettero questa modifica sulle loro divise ed è per questo che nelle foto originali si vedono anche paracadutisti con l’uniforme normale. Nel 1943 si decise di adottare un’uniforme uguale a molti, se non a tutti i reparti dell’esercito, interrompendo così la produzione di questo indumento. La nuova uniforme tuttavia venne consegnata ai soldati dall’Agosto del 1944.
Questi pantaloni erano un indumento indispensabile nel guardaroba di ogni soldato americano. La fanteria li usava quasi sempre in situazioni di combattimento salvo casi eccezionali. I paracadutisti invece li mettevano sotto ai pantaloni da lancio certe volte. Inoltre facevano parte della divisa da libera uscita, insieme alla Shirt, Flannel, OD, Coat Style e al Coat, Wool, Serge, OD, 18 Oz. o alla Jacket, Field, Wool, OD rendendoli quindi comuni a tutti i reparti dello U.S. Army. A fine 1944 venne interroga la loro produzione.
Gli spallacci erano in dotazione a tutti gli ufficiali e ai paracadutisti. Infatti servivano a supportare il cinturone (cosa che faceva autonomamente l’Haversack, M-1928) e per attaccare la Bag, Canvas, Field, OD, M-1936 attraverso due ganci. Durante il D-Day, quasi tutti i paracadutisti misero dei panni di feltro sotto agli spallacci cosicché da alleviare il carico sulle spalle.
Ogni soldato era dotato di un kit di primo soccorso così che avesse con sé il minimo indispensabile che gli serviva in attesa di un medico. All’interno del kit era presente infatti una benda per fasciare la ferita e una busta con della sulfanilamide in polvere per accelerare la coagulazione, quest’ultima successivamente rimossa dal 1943 circa.
Queste tasche porta munizioni erano un accessorio esclusivo delle truppe d’aria. Infatti venivano cucite in modo abbastanza rudimentale all’interno degli hangar in cui si tenevano i paracadute. Ogni soldato aveva due o più di queste tasche, che contenevano 4 en-bloc clip per il Rifle M1 oppure 5 caricatori per la Carbine M1. Esistevano anche delle versioni più capienti per ospitare i caricatori da 20 o 30 colpi del Thompson M1. Si potevano portare esclusivamente se si aveva una Belt, Pistol or Revolver, M-1936.
Questa torcia fu la prima impiegata dallo U.S. Army nella Seconda Guerra Mondiale. Presentava un corpo in metallo e fu prodotta da diverse marche. Con l’avanzare del conflitto, vennero apportate alcune modifiche, specialmente nel materiale principale che dal modello TL-122B divenne la plastica.
Questo cinturone per portare le munizioni era in dotazione a tutti i soldati della fanteria e diversi paracadutisti. È molto simile al modello utilizzato nella Prima Guerra Mondiale per le clip dello U.S. Rifle Cal. .30 M1903, ma in questo caso contiene 10 en-bloc clip per il Rifle M1. Esiste anche un modello, chiamato Belt, Rifle, Mounted, M-1923 che ha uno spazio libero posizionare una. Le truppe aviotrasportate non sempre lo adottavano in quanto permetteva di attaccare soltanto 4 accessori, mentre la Belt, Pistol or Revolver, M-1936 aveva molti più buchi per attaccare accessori esterni.
La pala era un accessorio che la maggior parte dei soldati americani aveva, in cui fondamentale per scavare delle piccole buche. Durante il D-Day i soldati avevano sia questo modello, che la Shovel, Intrenching, M-1910 in modo abbastanza equo. Si riconosce dal modello precedente per la forma del manico dritto e per la possibilità di piegare la parte finale della pala. I paracadutisti in certi casi tagliavano una parte del manico cosicché desse meno fastidio durante il lancio.
La pala era un accessorio che la maggior parte dei soldati americani aveva, in cui fondamentale per scavare delle piccole buche. Durante il D-Day i soldati avevano sia questo modello, che la Shovel, Intrenching, M-1943 in modo abbastanza equo. Si riconosce dal modello successivo per la forma del manico a T. I paracadutisti in certi casi tagliavano una parte del manico cosicché desse meno fastidio durante il lancio.
Questi stivaletti vennero adottati gradualmente a partire dal 1943. Per l’operazione Overlord vennero spediti in grande quantità in Inghilterra per fornire il maggior numero di soldati, sebbene diversi fanti usarono ancora il modello precedente, chiamato Shoes, Service, Composition Sole. Quest’ultimi erano in pelle simili ai Boots, Jumper, Parachute ma più bassi. Per rendere queste calzature impermeabili venivano trattati con del grasso, come spiegato nella nostra guida “Cura degli stivali”.
Le ghette sono delle gambiere in cotone che venivano poste sopra gli stivali e i bordi dei pantaloni in modo che non entrasse alcun tipo di sporco. Richiedevano diverso tempo per indossarle ed altrettanto per rimuoverle. Nel 1943 venne progettato uno stivaletto che includeva una piccola ghetta in pelle molto più veloce e comoda.
Lo zaino tipico della fanteria americana nacque nel 1928 ed è molto simile al modello del 1910 impiegato poi nella Grande Guerra. A differenza delle attuali borse o della Bag, Canvas, Field, OD, M-1936, ha una chiusura composta da diverse cinghie che tengono il contenuto insieme, rendendolo poco pratico. Inoltre presenta degli spallacci inclusi per attaccarlo al Belt, Cartridge, Dismounted, M-1923 sebbene non tutti lo facevano. Per saperne di più su come portarlo e su cosa metterci dentro, dai un’occhiata alla nostra guida!
Questo elmetto fu progettato nel 1942 affinché venisse utilizzato dalle truppe americane (salvo da alcuni reparti). Sostituiva il modello M-1917 ideato da Brodie e che venne utilizzato dalle truppe del Commonwealth anche durante la Seconda Guerra Mondiale. L’elmetto M-1 era composto da una calotta esterna (che da fine 1944 venne leggermente modificata nel design, quindi prestate attenzione quando lo comprate!) e da un’imbottitura, detta liner. Quest’ultimo poteva essere regolato in base alla grandezza del capo e veniva spesso impiegato da solo nelle esercitazioni o nelle cerimonie. La calotta esterna era standard e nelle zone di guerra era persino usato per cuocere. L’elmetto M-1 divenne un simbolo vero e proprio dello U.S. Army tanto che venne usato fino al 1985 (e tutt’ora si impiega il liner per alcune cerimonie) Per ulteriori informazioni guarda la nostra guida “Elmetto M-1”.
Questo elmetto riprendeva direttamente il nuovo modello M-1 introdotto del 1942, al quale vennero apportate alcune modifiche per renderlo più efficace per i paracadutisti. Infatti al liner vennero attaccate due cinghie a forma di A al quale si poteva attaccare il sottogola in pelle per i lanci. Le cinghie invece della calotta esterna vennero modificate, con l’aggiunta di un bottone che permetteva così agli strappi di essere attaccato al liner (e non solo alla calotta come per i modello M-1).
Questa giacca venne disegnata nel 1941 per la fanteria. Differiva molto da quella usata nella Prima Guerra Mondiale ed era fatta in un cotone impermeabile e anti-vento. L’interno presentava un’imbottitura in lana. Presentava sia una chiusura a bottoni che una zip. La scomodità di questa giacca è che è praticamente priva di tasche e non teneva particolarmente caldo. Venne infatti sostituita da metà 1944 dalla versione M-43.
Oggigiorno chiamato con il nome del suo inventore, John Garand, dal 1940 divenne il fucile in dotazione all’esercito americano. Lo U.S. Rifle Cal. .30 M1 era molto innovativo per il suo tempo e andò a rimpiazzare lo U.S. Rifle Cal. .30 M1903. Per prima cosa aveva 8 colpi anziché 5 come il suo predecessore o il Karabiner 98 kurz dei tedeschi. Inoltre la grande novità stava nel sistema di recupero dei gas. Inserita la en-bloc clip e sparato il primo colpo, i gas prodotti dall’esplosione venivano in parte recuperati dai una seconda canna ed andavano ad azionare l’otturatore. Così facendo, il bossolo veniva espulso dal fucile e una nuova cartuccia veniva incamerata, pronta per essere sparata, il tutto in pochi decimi di secondo. Una volta finiti i colpi, l’otturatore rimaneva aperto. Gli altri due fucili sopra citati, invece, erano a ripetizione manuale: una volta sparato il primo colpo, l’otturatore doveva essere tirato indietro dal soldato per far uscire il bossolo e poi spinto avanti per incamerare una nuova cartuccia. Con questo sistema non si poteva mirare all’obiettivo in modo continuo come con lo U.S. Rifle Cal. .30 M1. La nuova arma progettata da John Garand con funzionamento semi-automatico era dunque un vantaggio per i GI.
Disegnata nel 1942, questa giacca fu pensata appositamente per i paracadutisti. Presentava quattro tasche sul petto per contenere il maggior numero di oggetti che potessero servire a un soldato. Dopo i primi lanci in Italia, fu chiaro all’HQ come la giacca fosse fragile in alcuni punti quando usati in situazioni di intenso combattimento. Infatti a molti paracadutisti si bucò nella zona dei gomiti. Si decise così nella primavera del 1944 di applicare delle toppe di materiale resistente sui gomiti e sui bordi delle tasche inferiori. Tuttavia non tutti i soldati ricevettero questa modifica sulle loro divise ed è per questo che nelle foto originali si vedono anche paracadutisti con l’uniforme normale. Nel 1943 si decise di adottare un’uniforme uguale a molti, se non a tutti i reparti dell’esercito, interrompendo così la produzione di questo indumento. La nuova uniforme tuttavia venne consegnata ai soldati dall’Agosto del 1944.
Gli stivali da lancio sono una delle cose più importanti per i paracadutisti. Queste speciali calzature erano indossate esclusivamente dai corpi d’élite dello U.S. Army. La punta rinforzata e l’altezza proteggevano maggiormente dagli infortuni da lancio. Inoltre i paracadutisti, una volta completati i 5 lanci e ottenuto il brevetto, potevano rimborsare i pantaloni all’interno degli stivali: un segno distintivo di cui tutti i paracadutisti erano fieri.